Il disturbo post-traumatico da stress nell’infanzia

L’esperire da parte di un bambino un evento traumatico che provoca stress, come la morte di una persona cara, la minaccia di lesioni fisiche di un’altra persona dell’entourage che conosce, l’allontanamento o la perdita di un familiare, possono provocare nell’infante reazioni catastrofiche di paura incontrollabile, orrore, comportamento agitato fino alla disorganizzazione di questo.

I bambini rivivono continuamente nella loro mente l’evento traumatico, questo si accompagna ad un incremento dell’arousal cerebrale fino a quando il comportamento arriva ad una compromissione del suo funzionamento sociale, scolastico e delle aree familiari.

Si ritiene che il ricordo dell’evento traumatico rimanga attivo per lungo tempo nella memoria del soggetto, minacciando costantemente di poterne interrompere lo stato di coscienza e di scompaginare la normale elaborazione dell’informazione a causa dell’indebolimento delle capacità attentive. La paura di essere travolti dall’evento traumatico induce uno stato psicofisiologico di iperattivazione, per cui il bambino vive in uno stato di angoscia come se il trauma fosse sempre attuale.

L’effetto traumatico di un evento stressante nei bambini è direttamente proporzionale alla maturazione raggiunta dal sistema nervoso e, quindi, dal livello di consapevolezza acquisito della minaccia, dal significato e inganno personali che operano sul soggetto.

Anche molti eventi di vita come il divorzio o la separazione dei genitori causano disagio nel bambino fino a determinare un vero e proprio quadro clinico.

La sintomatologia si presenta con una serie di segni clinici che possono essere molto diversi tra loro come ad esempio pensieri intrusivi, giochi ripetitivi, sogni traumatici, comportamenti connotati da rituali, evitamento di pensieri, luoghi o situazioni, riduzione di interesse per le attività consuete, coartazione della gamma emozionale che è in grado di esprimere, disturbi di memoria, perdita di alcune capacità acquisite, irritabilità, rabbia, disturbi del sonno, perdita di concentrazione, ipervigilanza.

Al di là di questo tipo di sintomi si possono registrare reazioni differenti a seconda della fascia di età.

  1. Nei bambini in età prescolare si può avere una diminuzione della verbalizzazione, con confusione cognitiva, attaccamento ansioso e altri sintomi regressivi.
  2. I bambini in età scolare mostrano spesso reazioni aggressive o inibizione del comportamento e disturbi psicosomatici. Il loro comportamento è spesso imprudente e incoerente e tendono a ripetere molte volte il racconto dell’evento traumatico.
  3. Gli adolescenti, invece, presentano comportamenti prematuri verso l’autonomia o, al contrario, una dipendenza eccessiva. Modifiche dello stile di vita se avvengono possono portare facilmente ad abbandoni scolastici, matrimoni, stravolgimenti di progetti preesistenti oppure totale incapacità di uscire dalla famiglia di origine. È proprio negli adolescenti che riscontriamo comportamenti impulsivi, caratterizzati da uso di sostanze, attività sessuale precoce, atti delinquenziali, allontanamenti dalla scuola senza permesso o la ricerca pericolosa di “sensation seeking”. Questi comportamenti vanno trattati in modo rapido e veloce per evitare la loro cronicizzazione.

Un fattore quasi sempre presente nel corteo dei sintomi è il “senso di colpa” o perché sono sopravvissuti o perché sentono di essere stati incapaci di non essere riusciti ad evitare l’evento traumatico di cui si sentono responsabili. L’eccessiva paura provata può spingere questi bambini verso una cronica preoccupazione per la sicurezza delle persone amate o verso un distacco emotivo.

Quanto descritto colpisce lo sviluppo cognitivo del bambino che riporterà danni soprattutto nell’assetto cognitivo, nelle relazioni interpersonali, nell’iniziativa, nell’autostima, nel controllo degli impulsi. La fantasia nel gioco è fortemente ridotta per la presenza di pensieri intrusivi, mentre l’irritabilità e la ridotta capacità di modulare l’aggressività interferisce con la possibilità di instaurare dei rapporti adeguati con i coetanei.

I bambini possono utilizzare la fantasia per immaginare nel periodo pre- e post-traumatico, piani d’azione salvifici, che avrebbero potuto ribaltare o attutire gli effetti dell’evento traumatico. L’elaborazione, però, di questi piani d’azione interni attorno a fantasie di vendetta o all’identificazione con l’aggressore o con l’elemento di rottura di alcuni equilibri può risultare invalidante per il controllo degli impulsi del bambino.

La strategia di intervento si basa sul rafforzamento delle capacità di coping del bambino e della famiglia e sull’attenuazione di fattori avversi durante la fase di guarigione. Tra gli obiettivi a breve termine si annovera sicuramente la prevenzione o l’interruzione di comportamenti post-traumatici pericolosi come l’imprudenza estrema o condotte autodistruttive così come gli atti di violenza.

Terapeuti esperti devono intervenire nella fase acuta del disturbo, quando i pensieri intrusivi e gli eventi che ricordano il trauma sono più riconoscibili per il soggetto che ha subito l’evento, perché addestrati con tecniche speciali di colloquio, necessarie per aiutare il bambino a esplorare in modo approfondito le proprie esperienze soggettive e a comprendere le proprie reazioni. Sono molto utili le tecniche basate sul disegno, sul gioco, sulla metafora o sulla rappresentazione.

I bambini imparano a prevedere, comprendere e gestire tali eventi in modo da ottenere una diminuzione del potere destruente che hanno sulla loro vita quotidiana. È fondamentale che condividano con i genitori la gestione di situazioni che comportino stress. I bambini devono essere aiutati a discriminare in modo opportuno l’evento stressante che si verifica nella vita quotidiana dal trauma pregresso e verificare che non lo proietti sugli avvenimenti attuali. In questo modo vengono progressivamente legittimati i loro sentimenti e rinforzata l’autostima a che il bimbo sia pronto a superare un’eventuale riacutizzazione transitoria dell’evento traumatico.

                                          Giacoma Cultrera

L’immagine di copertina è stata tratta da unsplash.

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